Nelle ricerche effettuate sui Motori web uno dei concetti maggiormente in crescita è quello della sostenibilità ambientale.
Lo è grazie ai Consumatori, che per il 52% (su un campione di 800 persone) si dicono disposti a spendere di più per un prodotto biologico anche se costasse di più rispetto alle offerte alternative (https://www.lifegate.it/app/uploads/LifeGate_5Osservatorio_Report.pdf), e grazie alle Aziende che nel 75% affermano come combattere il cambiamento climatico sia fondamentale per il proprio successo strategico. Si pensa comunemente che le Aziende che riusciranno a tradurre i propri impegni sul clima in azioni concrete otterranno uno status di leader sostenibile, soprattutto tra i Consumatori più attenti.
Quali sono gli aspetti più impattanti sulle emissioni di CO2 nell’attività di un Operatore dell’e-commerce?
Sicuramente al primo posto si colloca il Packaging di consegna, che rappresenta ben il 75% dell’inquinamento di processo e che quindi dovrebbe rivestire la prima area di intervento. Al secondo posto annoveriamo la Logistica di spedizione e consegna che, considerando una spedizione via terra entro 480 Km., costituisce il 15% delle emissioni di gas serra dell’intero processo commerciale da remoto. La ricerca sul web dei prodotti ed il completamento del processo di acquisto, quello che potremmo denominare shopping online, genera il 7% delle emissioni di gas serra dell’intero processo in analisi. Ultimo ma non meno importante per gli effetti che crea è il processo di reverse logistics, il reso di prodotti acquistati elettronicamente, che per i settori con resi medi del 14% dell’acquistato contribuisce al 3% delle emissioni di gas serra. Peggio va per certi settori merceologici con resi del 50% (es. abbigliamento) ove tali percentuali possono arrivare al 9% per ogni ordine di acquisto (dati: Quantis Italia).
In considerazione dei dati sopra esposti, gli interventi più urgenti e sicuramente più efficaci dovrebbero venire applicati in tutte le fasi del processo di vendita online. Analizziamoli:
Sarebbe importante anche un intervento sui Compratori, cercando di stimolarli al riutilizzo del packaging di consegna nel caso di reso. Il risparmio di materiale sarebbe evidente.
Si sta pensando anche alla riduzione dei tentativi di consegna del pacco, organizzando eventualmente il ritiro in Centri attrezzati o la prenotazione della consegna successiva in tempi e luoghi più comodi che permettano un suo successo sicuro.
Grande attenzione sta venendo posta alle consegne transfrontaliere via aereo, molto inquinanti, con soluzioni destinate a ridurle grazie a sistemi di stoccaggio più vicini alla sede del Compratore e quindi suscettibili di utilizzo di mezzi meno inquinanti.
Saranno da preferire inoltre sistemi di approvvigionamento energetico dei Centri di Stoccaggio rivolti a Fonti Rinnovabili, così da inserire la compatibilità ambientale nel processo produttivo di base.
La proposizione di consigli al Cliente potrebbe venire implementata tramite comunicazioni inserite nella conferma dell’ordine o con istruzioni di reso chiare e precise inserite nell’imballo di consegna, che stimolino una best practice nei rapporti reciproci di spedizione.
Per fortuna questi argomenti stanno attivando Aziende e Consumatori a ricercare soluzioni per contenere i danni di un’attività sempre più diffusa quale l’e-commerce è diventato.
Tra le prime, Fiodor Omnichannel da sempre ha cercato di minimizzare l’impatto della logistica integrata nei confronti dell’ambiente. Le sue pratiche sono le migliori e più adatte allo scopo che tutti dovrebbero perseguire nell’attività commerciale di ogni giorno ed il servizio che offre consiste anche nell’istruire l’Azienda ad adottare le strategie più corrette in quella direzione.